C’era una volta, c’era una voglia, c’era una volta una voglia di sapori caldi, di cucchiaiate di brodo, ma piene di qualcosa che sazia, da masticare, di alzare gli occhi e di allungare le braccia a chiederne ancora. E la mamma, soddisfatta, raccoglieva mestolate e le versava nei piatti già unti e ancora caldi che venivano ritirati con gratitudine e nuova voglia di sfamarsi con voluttà di tanta gustosa abbondanza.
Sembra una favola ma è una storia di cucina, di una casseruola che borbotta sotto il coperchio, di piatti fumanti, di soffi dati a cucchiai colmi e bollenti, di visi allegri attorno a una tavola apparecchiata, dove si assapora un piatto ricco di nutrienti, anche se preparato con pochi e semplici ingredienti . A Genova viene chiamato zimino di ceci e una volta veniva cucinato per gente che si apprestava a fare lavori pesanti, come quello del navigante, del “camallo”, cioè colui che portava carichi dalla nave alle banchine del pescatore, quindi un piatto digeribile ma corroborante, che fornisce energia e bei ricordi.
Ingredienti per 4/5 persone:
Per prima cosa occorre mettere i ceci a bagno, coperti d’acqua, per una notte. Il giorno dopo si sciacquano e si tengono da parte. Intanto si fa un trito con uno spicchio d’aglio, la carota, il sedano e la cipolla, si mette a rosolare in una pentola capiente con 4 cucchiai di olio evo e dopo qualche minuto, vi si gettano i ceci; si mescolano per farli insaporire con un cucchiaio di legno e si coprono con 1 l di acqua. Si aggiungono anche il rosmarino legato con un filo di cotone non colorato, la salvia e l’altro spicchio d’aglio. Si copre con un coperchio e si porta a bollore, poi si abbassa la fiamma e si lascia sobbollire. Si mondano le erbette, si tagliano a striscioline e insieme alla passata, alle patate a cubetti e al sale, si uniscono alla minestra. Si prosegue la cottura per circa 40′, poi se ne preleva 1/3 e la si frulla con un minipimer, la si unisce nuovamente al resto, ottenendo una maggiore densità , poi si versa nei piatti, nei quali si saranno messe fette di pane casereccio, si irrora con un filo d’olio evo e si macina pepe nero a piacere.
6 COMMENTS
Adoro lo zimino, ricorre spessissimo sulla nostra tavola e lo facciamo esattamente allo stesso modo. Grazie per la condivisione, Rosanna
Cara Rosanna, dobbiamo vederci per un caffè. È passato davvero troppo tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrate. 😉
Sarah
Squisito ! lo preverò sicuramente…claudiag
Ottimo, poi facci sapere com’è venuto. 🙂
Finalmente! Felice di leggerti nuovamente, ricetta perfetta per questi giorni freddi la proverò al più presto grazie.
che bello leggere di un’intera famiglia vegan. nella mia famiglia io rappresento la pecora nera eppure tutti rubano dalla mia pentola e sii leccano i baffi. c’è poco fa fare, la cucina vegan è deliziosa.
inizierò a seguirvi con interesse e a provare le vostre ricette!