Vegan
L’ironia non è di origine animale! Questa frase letta in un commento, ci è sembrata quanto mai azzeccata a riassumere il concetto, l’atteggiamento e il tono con cui ci preme trasmettere il nostro pensiero. Molte volte abbiamo sentito dire che i vegani sono assolutisti, che affermano la propria purezza (d’intenti e di sostanza) con aggressività, dimostrando in tale modo un’ottusità che in verità non è né di genere né di appartenenza. Non è il nostro caso credeteci!
Il movimento dei vegetariani e dei vegani ha dimostrato una forte capacità di comunicazione e di attrazione, questo grazie al suo grande valore etico, ambientale e salutista. Ciononostante alcuni sono propensi a credere che questa scelta sia frutto di una “moda” momentanea. Noi non escludiamo nulla, ognuno pensa con la propria testa, nessuno di noi dichiara che l’essere vegani rappresenti una rivoluzione (se non interna a chi la compie con consapevolezza) in grado di cambiare il mondo. Modificare la società è molto difficile, mettersi contro qualcosa perché questo qualcosa rappresenta un modello di sviluppo economico che si vuole contrastare può essere un approccio, non certo una moda. Chi smette di consumare carne lo fa prevalentemente per scelta personale, etica, ambientale e/o salutista senza necessariamente attribuirgli un valore ideologico o politico.
Come praticanti il veganesimo ci siamo sentiti rivolgere appunti di vario tipo, hanno provato a farci sentire diversi, sbagliati. Le domande più frequenti sono state:
- Stai Bene? Sei malato?
- Ma scusa se non mangi carne, pesce, latticini e uova, COSA mangi?
- E le scarpe, le borse, le cinture che sono di pelle?
- Non ti sembra di esagerare?
Rispondere con leggerezza e umorismo crediamo sia essenziale. Non siamo fondamentalisti religiosi, non Santi, non odiamo chi non è vegano, non siamo più noiosi di tanti altri né più simpatici, non vogliamo instillare sensi di colpa, non cerchiamo adepti, né seguaci. Semplicemente chi decide di diventare vegano pensiamo faccia un salto di qualità perché vive una vita più sana, non nuoce agli animali in quanto non si sente superiore ad essi (avete mai sentito parlare di antispecismo?) e fa scelte più salutiste, non solo nel mangiare: non fuma, passa più tempo all’aria aperta e lo fa senza sentirsi eroe o un valoroso esempio di cui parlare in giro. Allo stesso modo non pensiamo cattivi, superficiali e moralmente inferiori chi non lo è; dividere il mondo in buoni e cattivi non risolve niente. L’essere vegani non è appartenere ad una ristretta cerchia di persone che la pensano ugualmente su qualsiasi argomento, non si tratta di conformarsi e di perdere la propria identità. Persone diversissime tra loro per convinzioni, gusti, tradizioni, età, pensiero… decidono per una scelta che ritengono sia l’unica sostenibile.
Fin qui abbiamo parlato di cosa NON siamo, ora vediamo invece cosa rappresenta questa scelta per noi. Una delle cose che ci ha colpito maggiormente tra le informazioni trovate è stato questo dato: occorrono 15.000 litri di acqua per ottenere 1 kg di carne e 2.500 litri per ottenere 1kg di riso. A nostro parere si tratta di cifre che spaventano e che fanno riflettere. Sono proprio queste riflessioni che conducono tante persone ad optare per questa scelta determinante per moltissimi aspetti della vita di chi la compie. Perché comporta una trasformazione nel contatto con tutto ciò che ci circonda, non solo con gli animali.
Quindi definire il vegano come colui che esclude dalla propria dieta qualsiasi alimento di origine animale o che comporti l’uccisione, lo sfruttamento di animali, riteniamo sia limitante. Inoltre non troviamo corretto accomunare la scelta vegana ad un atto di rinuncia, in quanto essa implica piuttosto un accrescimento degli orizzonti culinari, oltre quelli riguardanti molti altri aspetti. Il guardare per vedere veramente le cose da prospettive diverse ci induce ad un sentire inconsueto, a percezioni nuove che ci arricchiscono mentalmente ed interiormente. La decisione di diventare vegani significa impegnarsi a non nuocere agli animali connettendosi al principio di antispecismo, evitando coerentemente l’utilizzo di prodotti da essi derivati in ogni aspetto della nostra vita: dai cosmetici (non dimentichiamo la sperimentazione a tale scopo) all’abbigliamento, dall’igiene personale a quella della casa, dal non rendersi partecipe di pratiche o di spettacoli che sfruttano gli animali ma a trattarli con rispetto e sensibilità.
Dovremmo avere una buona comprensione del cibo perché il cibo è la vita dell’anima individuale e il nostro corpo è fatto di cibo. Mahatma Gandhi diceva: “Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”. Per noi e per tanti altri significa avere a cuore non solo la nostra salute (parlare di prevenzione per esempio, non è parlare di oroscopi), ma anche quella dell’ambiente, poiché la produzione di latte e uova non solo uccide gli animali allevati in modo disumano, ma devasta l’ambiente ed è perciò una scelta per il futuro, una scelta etica.
Ma una scelta è giusta se si accompagna bene alla persona che la fa. Riuscire a trovare la propria posizione, senza attaccare e screditare le decisioni altrui sarebbe fantastico anche se per molti è improponibile. Infine preferire questa alternativa, per noi significa non fermarsi alla superficie, mettere a frutto la nostra curiosità per approfondire le proprie conoscenze e cercare di capire, senza discriminare niente e nessuno a priori e trarre le personali conclusioni come risultato di un’accurata riflessione.